West Kazakhstan

Volti a metà fra Europa e Asia, tratti unici. Dimostrazione di un incrocio di popoli, di un’evoluzione. La sensazione è che stia ancora vivendo una piena mutazione, quasi di disorientamento.
Il Kazakhstan occidentale è una provincia industriale e la trasformazione di questa provincia sembra perdersi tra paesaggi surreali: steppa innevata e spazi vuoti all’orizzonte. Paesaggi silenziosi e industriali al tempo stesso, produttivi. Lunghe distanze fra una città ed un’altra. Il più grande paese del mondo senza accesso al mare.

Aksai si trova a a circa cinquanta chilometri dal confine con la Federazione Russa, nel nord del Kazakhstan. Dopo il ritrovamento del grande giacimento di petrolio e gas di Karachaganak nel 1979, la città, che oggi conta circa 35 mila abitanti, ha iniziato una crescita economica e demografica. In quegli anni molti costruttori provenienti dalla Cecoslovacchia, dalla Repubblica Democratica Tedesca, dall’Ungheria e dalla Bulgaria, hanno partecipato alla costruzione dei distretti che sono ancora oggi intitolati a loro: czech building, german town e così via. I palazzi che si incontrano camminando per le strade di Aksai sono edifici in puro stile sovietico, colori accesi che risaltano con il bianco della neve o riflessi sull’acqua che inonda le strade (quando non sono innevate o polverose durante i mesi estivi). Giganteschi condomini che ricordano un’edilizia popolare italiana (le case costruite dallo IACP nel secolo scorso).

Uralsk è un centro industriale, capitale del Kazakhstan occidentale. La città conta circa duecento mila abitanti ed è situata sulla sponda destra del fiume Ural, tra il Mar Caspio e gli Urali, importante via del commercio della regione per diversi secoli. Centro agricolo e industriale e tappa importante del commercio sin dalla sua fondazione nel 1613, oggi è uno dei principali punti di ingresso per il traffico ferroviario dall’Europa alla Siberia, che servono lo sviluppo dei campi petroliferi nel bacino del Mar Caspio e delle zone città industriali degli Urali meridionali. Il suo sviluppo è stato molto rapido, analogamente a molte altre città della zona centroasiatica e siberiana; la popolazione, che nel 1959 era pari a circa 105 mila abitanti, oggi si aggira attorno ai duecento mila abitanti.